Pensavo di aver inventato una teoria, in realtà ci aveva pensato già un grande filosofo, è neanche uno qualsiasi, proprio uno di importanza cruciale. Del resto probabilmente gran parte delle cose che possono saltarmi in mente, sono già state “scoperte” da qualcun altro, molto più informato di me al riguardo.
E’ solo la mia immensa ignoranza che NON mi fa risalire alla fonte ufficiale di questi pensieri.
E’ di Aristotele la rappresentazione della virtù tra due vizi corrispondenti, uno per difetto e uno per eccesso.
Per cui immaginandoli posti su una linea retta, potremmo avere una rappresentazione del genere:
temerarietà – coraggio – viltà
(L’esempio è tratto dal libro: “Le vie della Psicologia” di Roberto Marchesini)
In realtà, la mia intuizione si basa sul curvare questi termini. Per cui i due vizi si trovano a combaciare in alto. Al punto che, se si percorresse l’anello, ci sarebbe un momento in cui dalla temerarietà alla viltà il passo sarebbe talmente breve da non accorgersene.
E lo si può fare con tutti gli opposti, ad esempio se esaminassimo le caratteristiche umane come ad esempio folle, normale e saggio, il folle andrebbe a coincidere col saggio nell’anello dove la normalità è il termine mediano.
Così, spesso, nel linguaggio di tutti i giorni mi trovo a dire: “Non so se Tizio è folle o è saggio perché credo che abbia fatto il giro” oppure “Non so se Caio è bello o brutto perché ha delle caratteristiche talmente enfatizzate che ha fatto il giro”.
Non so se Sempronio è sapiente o ignorante perché ormai ha fatto il giro. Questo ormai lo penso molto spesso.